
Si dimette Podestà
Si dimette Podestà va in consiglio nazionale
Dopo sette anni Domenico Podestà lascia la presidenza dell’Ordine provinciale degli architetti. «Ho presentato le dimissioni alla vigilia di Natale — spiega Podestà — appena ricevuta la notizia della mia nomina a consigliere nazionale: le due cariche sono, infatti, incompatibili per legge». Podestà era stato riconfermato alla guida dell’Ordine provinciale lo scorso giugno: nove consiglieri su quindici del nuovo consiglio sono stati eletti nella lista del presidente ora dimissionario. Gli altri sei fanno capo a Orazio Dogliotti, candidato presidente e poi dimissionario anche dalla carica di consigliere. Il terzo candidato alla presidenza, non eletto, era Giorgio Taverna.
Podestà, progettista specializzato in locali pubblici, discoteche e spazi ricreative, era entrato quindici anni fa nella cabina di regia dell’Ordine che coordina i 2.370 architetti genovesi. Prima come tesoriere, poi in qualità di consigliere e di segretario, per quattro anni, prima di essere eletto presidente. Adesso approda all’Ordine nazionale (guidato da Raffaele Sirica) che rappresenta i 110 mila professionisti iscritti ai 107 Ordini provinciali. Nelle elezioni per il rinnovo dei vertici nazionali, svoltesi il 15 novembre scorso, Podestà ha ottenuto 530 voti.
Il suo nome era inserito in un’unica lista di quindici aspiranti, cui era contrapposta qualche isolata candidatura. Adesso, nel quartiere generale degli architetti genovesi, in piazza San Matteo, si apre il dibattito per la scelta del nuovo presidente. «Si tratta di una nomina interna che avverrà in seno al consiglio», spiega Podestà. Scontata, dunque, l’elezione di un presidente gradito alla maggioranza e quindi allo stesso Podestà. Il nome che circola con maggiore insistenza è quello di Giorgio Parodi, tra i protagonisti del rilancio e la ristrutturazione dei palazzi dei Rolli, ma soprattutto segretario personale e braccio destro per sette anni del presidente uscente.
Podestà accoglie l’assegnazione del nuovo incarico con evidente soddisfazione e promette: «Il mio impegno a Roma non mi distoglierà dai problemi del territorio, che continuerò a seguire con uguale attenzione. Semmai, avrò un po’ più di tempo da dedicare alla mia attività professionale». Il mandato di Podestà è stato caratterizzato da una decisa affermazione delle prerogative istituzionali dell’Ordine. Su questo campo, è giunto a criticare l’assegnazione diretta del progetto di riordino del waterfront al celeberrimo Renzo Piano. «La genialità che fa di Piano uno dei più grandi architetti del mondo non si discute — è il concetto espresso in varie occasioni da Podestà — ma un intervento pubblico dovrebbe sembre essere assegnato tramite gara o concorso di idee».
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