
Il mercato del pesce fa il bis
Il mercato del pesce fa il bis
Il progetto: in Darsena anche tavolini per degustare i frutti di mare
Un mercatino su palafitte per la vendita di pesce appena uscito dalle reti e frutti di mare. Un peschereccio-ristorante da trenta coperti dove gustare, cucinato e servito al tavolo, il pescato della giornata: branzini e sogliole, polpi e naselli, triglie e acciughe. Direttamente dal produttore al consumatore.
I pescatori della Darsena lanciano due proposte di valorizzazione turistica e commerciale del proprio lavoro. «Da tempo si avverte la necessità di organizzare meglio, anche sul piano igienico-sanitario, l’attività di smercio dai pescherecci sui moli della Darsena», premette Raffaele Boriello, presidente dell’Associazione pescatori liguri, che riunisce 150 operatori professionisti di cui una ventina concentrati, appunto, in Darsena. Sempre qui hanno base operativa cinque delle trentatrè imprese liguri iscritte all’Associazione generale cooperative di pesca di cui è presidente regionale Daniela Boriello, figlia di Raffaele. In totale, nello specchio acque a ridosso di via Gramsci, tra il porto antico e ponte Parodi, sono ormeggiati una trentina di pescherecci, tra cui alcune “lampare”, cioè imbarcazioni più grandi (da 20 a 40 tonnellate di stazza) che operano su più ampia scala rifornendo il mercato genovese di piazza Cavour e non solo.
«Solo la piccola pesca movimenta ogni giorno in Darsena circa cinque quintali di prodotto», informa Boriello. Una discreta parte del pescato viene direttamente venduto sui moli. Le cassette colme di pesce guizzante vengono messe in mostra al rientro dei pescherecci. I clienti – moltissimi genovesi da ogni parte della città, ma anche turisti – la mattina presto e nel primo pomeriggio, si assiepano sui moli per acquistare il pesce appena sbarcato. Un’immagine pittoresca e tipica di tanti borghi marinariche, però, si scontra con le recenti norme igieniche e sanitarie.
Dall’esigenza di dare maggiore dignità, organizzazione e sicurezza al commercio al dettaglio dei pescatori in Darsena è nato il progetto di una piattaforma di circa 50 metri quadrati su due livelli. La struttura su palafitte, protesa verso il centro del porticciolo, sarebbe ancorata tra i pescherecci ormeggiati a Calata Vignoso, lato via Gramsci. «Sul piano a livello banchina — spiega l’architetto Domenico Podestà, che ha firmato il progetto di massima — sarebbero collocati sette o otto banchi attrezzati per la vendita del pesce e protetti da un tendone. Al piano sottostante troverebbero posto celle frigo e spogliatoi». «Il sabato e domenica la struttura potrebbe essere adibita alla degustazione di ostriche e altri frutti di mare come avviene in Costa Azzurra», sogna Boriello.
Non solo. Accanto al mercatino del pesce, la cooperativa Grifone vorrebbe posizionare un ristorante galleggiante. A questo scopo sarebbe riconvertito un peschereccio, lungo 21 metri, attualmente in disarmo nel porto di Livorno. L’idea è quella di cucinare e servire il pesce, che si presume freschissimo, pescato dalla stessa cooperativa. «La collocazione è ideale e i clienti non mancherebbero vista la notevole attrattiva turistica della zona», osserva Angelo Salvarezza, socio della cooperativa “Il Grifone” e promotore dell’iniziativa. «Come si intuisce, molti di noi sono genoani — sorride Salvarezza — ma il ristorante, da una trentina di coperti, sarebbe aperto anche ai sampdoriani». Le due proposte sono state al centro, lo scorso novembre, di una riunione tecnica tra rappresentanti di Comune, Autorità portuale, Capitaneria di porto, polizia municipale e, naturalmente, dei pescatori. «Presto presenteremo i relativi progetti agli uffici di Tursi», dichiara ottimista Boriello. Ma sul riassetto della Darsena secondo le indicazioni dei pescatori frena il Comune. «Siamo ancora nella fase istruttoria, la discussione è aperta — dice l’assessore comunale al Commercio, Mario Margini — Di certo, abbiamo interesse a potenziare ma anche a riordinare il polo della pesca in Darsena».
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