
I segreti del Covo
Ecco i segreti del Covo di Nord Est
Palme, lettini, pietra a vista: la nuova filosofia del locale sul mare di Santa Margherita
SANTA MARGHERITA. Poco dopo l’una di ieri, direttamente dalla Sicilia sono arrivate millecinquecento
palme. Le hanno posate lì, all’interno del Covo di Nord Est, mentre attorno è tutto un brulicare di uomini almeno quindici fra operai, muratori, elettricisti che lavorano ininterrottamente in questo angolo di paradiso a picco sulmare di Santa Margherita. Quella che sembrava una sorta di corsa contro il tempo è una scommessa diventata realtà: il Covo di Nord Est è pronto a ripartire. E a tornare agli anni d’oro. In anteprima, Il Secolo XIX è entrato ieri a visitare il mitico locale che sabato, ultimo sopralluogo della commissione di vigilanza permettendo, riaprirà i battenti con la festa di inaugurazione, alle 18, a inviti solo per autorità e vip.
Stefano Rosina, l’imprenditore genovese di 42 anni che, dopo aver portato al successo molti locali, ha rilevato quest’anno (ufficializzandola solo poco più di un mese fa) la gestione del Covo di Nord Est, è visibilmente soddisfatto così come l’architetto Domenico Podestà, presidente del Dipartimento legislazione nazionale ed europea protocolli prestazionali del Consiglio nazionale degli architetti e già presidente dell’ordine degli architetti liguri, che sta seguendo la ristrutturazione del Covo in ogni dettaglio.
Ieri, in Comune a Santa Margherita, c’è stata la commissione di vigilanza (in seduta fiume, dalle 9 alle 15) per dare il nullaosta all’agibilità della struttura per ospitare fino a 1.200 persone. L’ultimo passo sarà il sopralluogo della stessa commissione di vigilanza venerdì. Con l’ultimo nullaosta, il Covo sarà pronto a ripartire alla grande: torneranno alla vita anche il Covino (dedicato all’atmosfera lounge) e la Grotta, con in più cinque bar, due ristoranti (di specialità di pesce crudo uno, con piatti mediterranei e della cucina ligure l’altro), lo stabilimento balneare da 80 cabine. In questi mesi di lavori senza sosta sono stati portati via dal Covo di Nord Est qualcosa come venti camion di materiale vario:«Materiale inutile, suppellettili e ornamenti che nascondevano la bellezza di questa struttura, in pietra, nata prima del 1930 come fondo di un castello che non èmai stato costruito afferma l’architetto Podestà facendo questo lavoro sono anche emersi angoli magnifici che sembrano appena costruiti, come la pietra voltata all’ingresso lato Portofino ».
Lo stile sarà ricercato minimalista, con la volontà di tornare allo origini, anche se non mancano le curiosità: oltre alla palme sbarcate in diretta dalla Sicilia, ecco fili di percorsi luminosi, con una doppia finalità: segnalare i gradini e creare atmosfera. Poi, i “lettini” che, al Covo di Nord Est, o meglio veri e propri lettoni di due metri per due metri (e sessanta centimetri di altezza): colori chiari,come il bianco, a valorizzare l’ambiente.
«Il Covo di Nord Est non è solo una discoteca spiega Stefano Rosina è uno stabilimento balneare, un locale che ha cinque bar e due ristoranti e che ha anche la discoteca che sarà aperta mediamente due, tre sere alla settimana ilmercoledì, venerdì e sabato. Ci vogliamo rivolgere a un target dai 25/30 anni in su, mentre la serata dedicata ai ventenni sarà il mercoledì ».Un nuovo “taglio” è quello di utilizzare il Covo non solo per le feste private ma anche per appuntamenti culturali, manifestazioni, convegni di professionisti.
Mina, Ray Charles, Aznavour e Sinatra: parlare degli anni d’oro del Covo, significa tornare a quei nomi e a quelle serate. Nel 2003, dopo un periodo di declino del locale, l’ufficiale giudiziario aveva messo i sigilli al Covo ed eseguito lo sfratto per i problemi di agibilità edilizia; nel giugno 2005, la riapertura solo per poco tempo, visti i problemi di insicurezza e inagibilità: oggi, il Covo ha tutte le carte in regola per ripartire perché, afferma Rosina, i lavori di messa in sicurezza sono stati portati a termine. Rosina parte con la gestione ma l’obiettivo, nemmeno tanto nascosto (il contratto di gestione prevede infatt igià l’opzione di acquisizione) è di riunire attorno a lui una cordata di imprenditori per rilevare la struttura, di proprietà della famiglia Ciurlo. In questi anni, in cui le voci di compravendita si sono susseguite ( senza mai approdare a nulla di concreto) il prezzo sussurrato per rilevare il Covo di Nord Est è sempre stato sopra i dieci milioni di euro.
Per la serata di inaugurazione già si sussurrano nomi importanti come Vittorio Sgarbi e addirittura del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, poco distante dal Covo di Nord Est, ha la dimora a Villa Bonomi Bolchini.
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